Arrivato sulla banda pirata dei 27MHz, molti possono pensare che il passo verso il diventare radioamatore sia stato breve. In verita’, almeno per quanto mi riguarda, sono passati diversi anni prima di conseguire la tanto agognata patente.
In 27MHz mi divertivo, facevo qualche DX e questo mi bastava, il tempo che settimanalmente dedicavo alla radio si andava pero’ progressivamente riducendo, l’eta’ era quella della tarda adolescenza, le prime compagnie, qualche ragazza per la testa e la radio fini’ relegata in un angolo della camera accesa di rado spesso solo per fare un po’ di ascolto. Nel frattempo ci si avvicinava alla fine degli anni ’90 e la banda cittadina accusava la pesante sconfitta contro il mondo dei telefonini, sempre meno persone in radio, sempre piu’ spesso mi trovavo la domenica mattina a girare a vuoto il VFO.
In quel periodo, come ho detto prima, la mia priorita’ non era decisamente la radio, nonostante questo spesso mi trovavo con Fabio, l’ex-marito di mia sorella (al tempo ancora marito) a parlare di Radioamatori, patenti ed esami. La ragione che spingeva lui ad interessarsi era un po’ sconfortante: lui aveva l’hobby della caccia e la sua squadra utilizzava regolarmente ed illegalmente palmari VHF per comunicare tra di loro durante le battute. Per questo motivo Fabio voleva prendere questa benedetta patente per poter finalmente girare con il suo portatile VHF senza temere multe o peggio. Certamente avrei preferito avere a che fare con un VERO radioamatore ma a quel tempo le mie conoscenze erano piuttosto limitate e decisi che avere a che fare con un “finto aspirante radioamatore” era meglio che essere totalmente solo nel mio hobby.
Al tempo avevo un recuperato, non ricordo dove, un volantino stampato dall’ A.R.I., una sorta di introduzione al mondo dei radioamatori. Ricordo molti pomeriggi a discutere con Fabio sul tipo di patente da prendere (ordinaria o speciale), sui testi da studiare, come e dove dare l’esame… Tutto era molto campato per aria perche’, dal lato suo, non c’era nessun interesse nel mondo della radio in se, e, dal lato mio tutto sembrava troppo complicato e “distante” dal piccolo mondo della ventisette.
Come ho detto forse in un post precedente, la passione per la radio difficilmente si spegne, a volte cova come una brace sotto uno strato di cenere e si nutre di piccole cose per restare viva e tornare a bruciare dopo anni. Per me, in quel periodo della mia vita, una di queste “piccole cose” e’ stata senz’altro quel volantino dell’A.R.I che conservavo gelosamente dentro una cartellina di documenti e che mi aiutava a rimanere aggrappato a quel impalpabile “sogno” di essere un giorno un Radioamatore con la R maiuscola.